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Un viaggio oltre l'immagine

 

Nei giorni del 18 e 19 ottobre a Palermo, presso la sede dell'ARVIS, storica associazione fotografica di Palermo, si è svolto il workshop condotto da Cristina Nuñez sul suo metodo "The selph-portrait experience", al quale ho avuto la fortuna di partecipare.

Prima di arrivare a conoscerla personalmente, avevo letto molto di Cristina, della sua vita e di quello che era riuscita a fare, con tutta la sua "merda", così come lei ama definire le esperienze dolorose e forti della sua vita; mentre viaggiavo verso Palermo mi dicevo che, qualunque fosse stato il mio interesse per il metodo, sentivo un grande rispetto e ammirazione per la persona che avrei, da lì a poco, conosciuto dal vivo.
Queste sensazioni derivano dal fatto che nella sua vita, piuttosto movimentata e costellata di sofferenza di ogni genere, lei, non solo è riuscita a non abbattersi e a darla vinta alle esperienze negative, ma da tutta questa "merda" è riuscita a portare alla luce un diamante: il suo metodo. Come avrei, da lì a poco compreso , infatti, senza Cristina non esiste il metodo: lei E' il metodo....

Parlare del metodo non è semplice, infatti non lo farò; è un'esperienza che dovrebbe esser fatta per essere davvero compresa. Posso solamente dire che è qualcosa che prima non c'era, qualcosa di forte, di potente, a volte dissacrante (così come è lei e così come sono io e forse anche per questo mi ha appassionato), che va a rompere delle regole e dei concetti precostituiti, che va a scavare così a fondo nell'anima, da portarla alla luce.

Il sogno di ogni fotografo ritrattista è quello di riuscire a cogliere l'anima di una persona nella foto; con questo metodo Cristina ci riesce, alla grande. Riesce a portare a galla tutte le pulsioni ancestrali, riesce a far vedere, hic et nunc, tutta la vulnerabilità dell'Anima nel palesarsi, così come tutta la sua meravigliosa grandezza. 

Due giorni intensi, quindi, dove ognuno dei partecipanti ritratti, anche se vestiti dalle convenzioni e dalle "regole" sociali, si è visto veramente nudo, di fronte alla sua vera essenza; e Cristina, pescando in un inconscio collettivo e rimestando nel calderone delle pulsioni più profonde, delle voglie insoddisfatte, del lato animale di ognuno di noi, raccontava storie, storie inventate (o così credevamo) per dar vita ad un'opera, storie che poi, noi spettatori, sentivamo tutte come nostre, tutte facenti parte della nostra esistenza. Tutte.

E, d'un tratto non ci si sente più soli; ci si sente un tutt'uno con l'umanità, con il profondo dolore che è costretta a subire per essersi incarnata e per aver dovuto rinunciare, su questa Terra, al contatto con l'Universo, col divino. In questo modo, ci si rende conto di essere tutti uguali, tutti accomunati, coscienti o no, da una sofferenza ancestrale, antica, che abbiamo rivisto nei volti di tutti i ritratti, usciti dallo scatto impietoso della sua macchina fotografica. Ma, oltre il dolore, abbiamo assistito al palesarsi della grandiosità dell'Anima, alla sua luce potente, alle sue potenzialità e, cosa molto importante, abbiamo scorto la possibilità di ritornare a contattarla per essere completi e appagati.

Il metodo, secondo la mia esperienza, dà questa possibilità, e Cristina, è il tramite, il facilitatore, il medium, lo sciamano attraverso il quale ciò può essere possibile; il lavoro poi può continuare anche senza di lei, se noi lo vogliamo.

Un GRAZIE veramente sentito, a tutti, organizzatori e partecipanti di questa meravigliosa esperienza, e a Cristina, donna di incredibile bellezza, portatrice di conoscenza e profonda saggezza.....come come solo una Donna può essere.


Barbara

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